Giacomo Balla

Biografia

Nato a Torino nel 1871 vi compie gli studi per trasferirsi quindi a Roma nel 1895 dopo un breve soggiorno a Parigi. Entra presto in contatto con il circolo artistico-culturale che gravitava intorno alle figure di Giovanni Prini, Duilio Cambellotti e Giovanni Cena e diviene in breve tempo un importante punto di riferimento nell'ambiente artistico romano. Maestro di Umberto Boccioni e Gino Severini espone regolarmente alle Esposizioni degli Amatori e Cultori di Belle Arti.
Inizialmente vicino a tematiche di forte ispirazione sociale e alla tecnica divisionista (La giornata dell’operaio, 1904; La pazza, 1905) nel 1909 realizza Lampada ad arco, che sancisce l’adesione al movimento futurista di Filippo Tommaso Marinetti, con il quale è firmatario del Manifesto del Futurismo.
Inizia le ricerche sul dinamismo accostandosi agli esperimenti fotodinamici di Bragaglia (Dinamismo di un cane al guinzaglio, 1912) e agli studi sulla scomposizione della luce (Compenetrazioni iridescenti, 1912-1914) e sul movimento. Nel 1915 il ciclo futurista si conclude con la realizzazione del ciclo dedicato alle Dimostrazioni interventiste: nello stesso anno firma insieme a Fortunato Depero il manifesto della Ricostruzione futurista dell'universo ed inizia a sperimentare l'utilizzo di diversi materiali in chiave plastica. Al 1918 data la personale con la quale si inaugurare la Casa d'Arte Bragaglia.
Allontanatosi sempre più dalle tematiche futuriste nel corso del decennio successivo, negli anni ‘20 il suo lavoro è caratterizzato da una fantasiosa stilizzazione di motivi naturalistici: il cromatismo intenso e violento è utilizzato dall’artista anche nella decorazione e nelle arti applicate.
Nel 1925 partecipa alla Biennale romana mentre nel 1928 espone con gli Amatori e Cultori di Belle Arti una serie di opere nelle quali emerge il rinnovato interesse per la figurazione e per i temi della vita quotidiana ma anche per ritratti e paesaggi.
Muore a Roma nel 1958.