Guglielmo Sansoni Tato

Biografia

Guglielmo Sansoni, detto Tato  è stato un artista futurista italiano, uno dei protagonisti dell’aeropittura. Nel 1920 organizzò un finto funerale per "morire" come Guglielmo Sansoni e rinascere come Tato futurista. Incontrò Filippo Tommaso Marinetti per la prima volta a Bologna nel 1922 e ne divenne amico. Nel 1929 assieme ad altri futuristi pubblicò sulla Gazzetta del Popolo il Manifesto dell'Aeropittura. Nel settembre 1930 lui e Marinetti organizzarono il primo concorso fotografico nazionale, e fra quell'anno e quello successivo proposero il Manifesto della fotografia futurista. Nel 1941 scrisse l'autobiografia Tato RacconTato da Tato. La figura e l’opera di Tato attendono da anni una sistemazione definitive. Non è semplice però fissure scadenze, data la vastità del materiale tuttora da esaminare e delle numerose opera inedite da analizzare. È chiaro, comunque, che allo stato attuale delle ricerche, la figura di Tato va letta ormai <<a tutto campo>>. Infatti, egli è pittore, scultore, scrittore, saggista, affreschista, ceramista, arredatore pubblicitario, scenografo, fotografo futurista: questi i filoni più significativi di un impegno che si è svilppato nell’arco di ben 60 anni. Una personalità complessa, la sua, che ha avuto rapporti strettisimi con i personaggi chiave del futurismo, sin dai suoi esordi. I documenti che testimoniano la partecipazione al movimento futurista – spesso da protagonista – non sono stati ancora del tutto messi in luce, né sistemati opportunamente, essendo molto vasto il carteggio composto da corrispondenza, articoli, appunti, memorie. Lo stesso libro (autografo) Tato racconTato da Tato, edito nel 1941, fornisce solo alcune indicazioni e documenta sinteticamente lo svolgersi delle sue numerose esperienze (futurismo, aeropittura, fotografia, scenografia, aeroceramica, arredamento futurista ecc.). Dunque, è quanto mai necessaria un’antologica completa nella quale possano essere ordinati e presentati dipinti, tempere, acquerelli, ceramiche, fotografie futuriste: in una parola, tutto quello che egli ha prodotto in vitù di un lungo e appassionato impego, sì da illuminare, finalmente, di una luce nuova e <<definitiva>> la complessa personalità del Maestro. Morì nella capitale nel 1974.